Innovare con poco



In tutte le aziende, per continuare a crescere, bisogna continuamente introdurre nuove offerte rivolte ai consumatori e che permettano di acquisirne dei nuovi, fidelizzarli e stimolarli. È proprio questo il periodo in cui si sente la necessità di spendere meno per l’innovazione in un’economia rivolta verso il basso. La maggior parte delle volte, gli investimenti nell’innovazione possono essere pericolosi.

In genere i tassi di successo sono bassi, i ritorni sugli investimenti non sono per niente sicuri e i rendimenti, raramente si realizzano a breve termine. Per tutti i motivi elencati sopra, è difficile attuare una politica innovativa, anche se è ovvio come sia essenziale per il successo a lungo termine.

Allora come si fa ad innovare con poco?
La maggior parte dei manager pensano che un’innovazione debba essere qualcosa di assolutamente nuovo in merito al proprio business. Ma la realtà è che la maggior parte delle aziende hanno in mano delle presunte scoperte tutti i giorni e ne trascurano le potenzialità. A volte, cambiare una parte del processo o del prodotto porta enormi benefici che crea nuova linfa vitale.
L’innovazione può consistere nell’immettere il “vecchio” in un nuovo contesto o avvenire in maniera del tutto casuale. Ad esempio, la scoperta della penicillina fatta nel 1928 da Alexander Fleming, derivò dall’osservazione di una coltura di batteri lasciata aperta sulla quale era fortuitamente cresciuta della muffa.
Si può, quindi, innovare con poco.



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