Cosa permette alle persone di continuare a imparare, crescere e cambiare?


Quasi un quarto di secolo fa in una riunione a Phoenix in Arizona, John W. Gardner ha pronunciato un discorso che può essere considerato uno dei più influenti nella storia manageriale americana. Il suo discorso, tenuto il 10 novembre 1990, durante una riunione di Mckinsey & Co., focalizzò la sua attenzione non sui soldi o sul potere, bensì su quello che lui stesso chiamò “Rinnovamento Personale”.
La crescente necessità per i leader che vogliono fare la differenza è quella di impegnarsi a continuare a imparare, evitando la noia che si innesca nella quotidianità. Bisogna quindi chiedersi, qual è il contrario della noia? Cosa permette alle persone di continuare a imparare, crescere e cambiare, per sfuggire ai loro atteggiamenti ed abitudini? L’ambizione sembrerebbe una ricetta plausibile, ma dietro l’ambizione vi è un elemento di maggiore potenza: “l’essere interessato".
La vera sfida per i leader è il “pensare e guardare oltre”, cioè sviluppare un punto di vista unico sul futuro utile ad arrivare al traguardo futuro prima di chiunque altro. In un mercato competitivo come quello odierno, la voglia di imparare e di esplorare nuove tematiche permette che si verifichi un cambiamento repentino, volto non solo ad assumere un ruolo centrale nel proprio segmento di riferimento, ma anche di poter ambire a un ruolo dominante producendo maggior utili. Ci vuole un vero e proprio impegno personale, che spinga se stesso ad innovarsi e ad essere flessibile alle richieste del mercato e pronto ad affrontare qualsiasi sfida. E’ necessario chiedersi se ciò che si sta imparando è abbastanza veloce e attinente con il cambiamento esterno, se si è efficacemente determinati ad essere interessati e disposti ad apportare modifiche per migliorare la propria attività, coerentemente con i trend e le esigenze dei consumatori cui l’offerta non ha ancora saputo dare risposta.
John W. Gardner amava dire: i migliori leader che ho imparato a conoscere non sono solo i pensatori più audaci, ma sono anche gli studenti più insaziabili. 

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